Progetto dell’Ateneo su "Shot-earth for an eco-friendly and human-comfortable construction industry”, finanziato dal FONDO INTEGRATIVO SPECIALE PER LA RICERCA (FISR)

Il Ministero dell'Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nella call Fondo Integrativo Speciale per la Ricerca 2019 (FISR 2019), ha approvato e finanziato il progetto Eco-Earth (Shot-earth for an eco-friendly and human-comfortable construction industry), presentato dal Consorzio di Ricerca formato dall’Università di Modena e Reggio, dall’Università di Parma e dall’Università di Perugia.  L’Unità di Ricerca di Parma è formata dai Professori Andrea Carpinteri e Sabrina Vantadori (di Scienza delle Costruzioni) e dal Professor Roberto Cerioni (di Tecnica delle Costruzioni).

Il finanziamento assegnato al Progetto è di 1.536.968,43 euro, di cui 493.894,77 euro destinati all’Università di Parma.

Si tratta di un progetto di ricerca importante, che riguarda il possibile utilizzo del terreno come materia prima per il confezionamento di malte e calcestruzzi per la realizzazione di strutture e fabbricati “green”, a basso impatto ambientale e a elevate prestazioni in termini di risparmio energetico.  Il progetto, della durata di due anni, ha l’obiettivo di promuovere studi e ricerche scientifiche su nuovi materiali da costruzione a ridotto impatto ambientale, tra cui il terreno proveniente dagli scavi, in particolare quello proveniente dagli scavi di fondazione.  In questo modo un materiale di scarto, destinato alla discarica, può essere valorizzato e reimpiegato, unitamente a inerti riciclati, direttamente come materia prima, riducendo l’utilizzo di inerti estratti dagli alvei fluviali o dalle cave.  Scopo del progetto è quindi quello di promuovere l’impiego di nuovi materiali e tecnologie “green” per le costruzioni sostenibili a elevata efficienza energetica, stimolando l’imprenditorialità di un territorio, come quello della Provincia di Parma, fortemente vocato all’attività edilizia e ingegneristica.

Inoltre, il progetto ambisce a promuovere la carriera di giovani ricercatori e a rafforzare e sviluppare collaborazioni scientifiche tra il mondo accademico e quello industriale.

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